L’arco è uno strumento usato sin dall’antichità come mezzo per cacciare. Le tracce più antiche all’uso di questo strumento risalgono al Paleolitico Superiore (da 120.000 a 20.000 anni fa), sono molto famose le raffigurazioni pittoriche di cacciatori con arco e frecce rinvenute nel 1879 dall’archeologo Marcellino Sans de Sautuola nella grotta di Altamira in Spagna. Quando l’uomo iniziò a cacciare si rese conto che aveva bisogno di un’arma per colpire un animale, anche lontano o in movimento, infliggendogli ferite letali. Prendendo spunto presumibilmente dal modello del trapano da fuoco, che serviva per accendere il fuoco, l’uomo inventò l’arco. La cordicella del trapano da fuoco era allentata in modo da poterla avvolgere intorno al legno di frizione mentre quella dell’arco era in tensione e permetteva di scagliare una lancia in miniatura in lontananza, ad alta velocità e con sufficiente precisione. Con il tempo, l’esperienza e l’osservazione del volo degli uccelli l’uomo riuscì a rendere il tiro più preciso e stabile dotando le frecce di un piumaggio legato al retro della freccia. Nel museo archeologico di Bolzano è conservata la mummia dell’uomo dei ghiacci, Ötzi. Recenti analisi hanno evidenziato la presenza di una punta di freccia nella spalla sinistra della mummia. Inoltre, nella sua sacca è stata rinvenuta una corda di arco fatta di tendine di animale.

 

 

Presso i Greci l’arco era usato principalmente come arma per la caccia e il suo utilizzo era molto comune nella mitologia greca. La Dea Artemide, dea della caccia, veniva raffigurata con un arco, nell’Iliade Paride colpisce Achille al tallone con una freccia.

 

Nell’esercito romano l’arco fu usato solo in un secondo momento, perché all’inizio si puntava sulla forza d’impatto della fanteria. Secondo l’ideale romano di guerriero valoroso, non era onorevole uccidere un uomo con un’arma da distanza, come l’arco, ma in un combattimento corpo a corpo. All’inizio del primo secolo a C. i Romani iniziarono a usare l’arco, dopo averne visto sul campo la potenza degli arcieri a cavallo durante la guerra contro i Parti.

 

 

Nel primo millennio in Europa l’arco veniva utilizzato prevalentemente dalle popolazioni del Nord Europa come arma secondaria in caso di assedio o nelle fasi di avvicinamento al nemico. Esso ebbe un enorme sviluppo grazie ai Gallesi (1282), e dopo la conquista normanna del Galles si diffuse in tutta l’Inghilterra e venne adoperato come strumento bellico dalla classe povera perché a basso costo di realizzazione. Il conflitto che consacra la fama degli arcieri inglesi è la Guerra dei Cent’anni (1337-1453).

 

 In Oriente lo sviluppo dell’arco mirava all’utilizzo di materiali sempre più prestanti. Gli Unni riuscirono a creare un sistema che consentiva di tendere con meno sforzo un arco con un maggiore libraggio. Successivamente furono introdotte migliorie e la cavalleria ottomana nel Medioevo utilizzò l’arco quando mosse alla conquista dell’Europa orientale.

 

 Dalla sua invenzione fino all’era moderna l’arco è rimasto sostanzialmente invariato. All’arco tradizionale oggi si è aggiunto il cosiddetto arco ricurvo usato per il tiro sportivo, che ha la comodità di essere scomponibile.

Si ringrazia Andrea per il sunto e la ricerca !

 

 

 

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