DOMANDE E RISPOSTE ( discussioni tratte da Integral Sport, Tenzone, Agorarco)

COME USARE IL BRACCIO DELL'ARCO ? BP 24/12/10

Abbiate pazienza, questa è un po lunghetta ma ne vale la pena.

  • Tecnica di tiro - Il braccio all’arco

 

Notizie tratte da un testo inglese di Steve Ellison, che può essere trovato nel suo sito” Tenzone”

Il braccio dell’arco è il maggior responsabile dell’esatta direzione del tiro; subisce nel contempo il peso della forza della trazione e della massa dell’arco.

Obiettivi per il suo miglior uso deve quindi comprendere:

¾        un suo uso non pericoloso, sicuro, per evitare e prevenire lesioni croniche;

¾        un uso efficace dei muscoli, il che normalmente corrisponde ad un uso il più ridotto possibile;

¾        la sua stabilità durante l’azione;

¾        un eccellente e preciso controllo della sua posizione.

 

  • Esame della posizione/struttura ossea e muscolare.

 

Per un tiro costante e preciso è importante avere un posizionamento sicuro della struttura ossea di questo braccio e nella spalla. Ma per la posizione reciproca esistente fra scapola, clavicola ed omero, non è facile allineare le tre ossa in modo esatto per contrastare esattamente la forza agente lungo il braccio e nella spalla quando l’arco è aperto. L’azione dei muscoli è quindi essenziale per controllare e sostenere la spalla ed il braccio all’arco.

Poiché l’articolazione della spalla permette un certo grado di libertà alla testa dell’omero, è necessario un controllo costante durante la pre - trazione e l’azione di trazione, perché sia assicurato un sicuro posizionamento dell’omero nella sua articolazione. 

La scapola è tenuta in posizione dall’azione dei muscoli della spalla e della parte alta del corpo, un’azione appropriata e costante dei muscoli è essenziale per assicurare una buona azione del braccio all’arco.

La forza di compressione nel braccio all’arco genera un carico sui terminali delle ossa;se mal gestita particolarmente in arcieri di giovane età è possibile che questo possa provocare una deformazione permanente delle ossa ancora in crescita. La cosa è importante per tutte le ossa, ma il danno è risultato più volte evidente nell’articolazione della spalla.

Evitare sempre l’uso di un arco troppo potente rispetto alle proprie caratteristiche e capacità fisiche.

  • La dinamica del tiro
Apertura dell’arco

In generale si cerca di mettere in posizione la spalla in modo fermo, costante, col braccio ben allineato con le ossa della spalla per minimizzare l’uso dei muscoli.

Due sono i metodi normalmente usati per aprire l’arco ( tre se si considera quello sconsigliato ) , che si distinguono dalla posizione in cui è applicata la forza di apertura relativamente all’articolazione della spalla, il terzo è muscolarmente e fisicamente problematico da interpretare

Nell’ apertura alta si porta l’arco in posizione più alta dell’articolazione e quindi si applica la forza, nell’ apertura bassa la linea di forza è applicata sotto l’articolazione ed è quindi sollevata per arrivare alla posizione di tiro. Esiste anche un’ apertura mista nella quale si tiene la linea di forza sopra l’articolazione mentre si apre l’arco dal basso.

Vedi le figure precedenti, in cui sono indicate la linea di forza e l’articolazione della spalla.

 

Figura 2:Tre stili per l' apertura dell' arco  

Vantaggi e svantaggi dei tre stili di apertura dell’arco.

Apertura alta.

Vantaggi:

¾        Riduce al minimo i movimenti.

¾        Inizia la trazione in modo già allineato.

¾        Applica uno sforzo limitato al deltoide durante l’apertura.

¾        Offre i maggiori vantaggi nell’uso dell’insieme delle ossa della spalla e di muscoli.

¾        L’angolo del braccio all’arco tende a mantenere la spalla bassa ed in posizione stabile durante lo sforzo.

¾        Inoltre, mentre la potenza dell’arco aumenta durante l’apertura, l’angolo fra la linea di forza ed il braccio si riduce, così che le forze verticali non dovute ai muscoli sono praticamente bilanciate durante l’operazione.

Svantaggi:

¾        Richiede un movimento di rotazione moderatamente ampio nel braccio all’arco, che parte per l’apertura da una posizione piuttosto scomoda, a meno che non si usi una posizione ben evidente prima dell’apertura (come mostrato dalla figura).

¾        Esiste la possibilità di interferenza fra il braccio all’arco ed il capo.

¾        È necessario un grande movimento eseguito dalla parte alta del corpo, a meno che non sia eseguita  da una posizione di pre-trazione con le spalle già in posizione, come dovranno essere al termine della trazione, o quasi.

Apertura bassa

Vantaggi:

¾        Movimento singolo ed apparentemente semplice (apertura a V).

¾        Uso simmetrico dei muscoli della parte alta della schiena per sollevare le braccia.

Svantaggi:

¾        La spalla è tenuta fuori dall’allineamento finale migliore perché la linea di forza per l’apertura è forzatamente bassa (il braccio spinge le spalle verso l’alto durante la maggior parte del lavoro svolto).

¾        Il muscolo deltoide deve sollevare la massa dell’arco oltre ad esercitare la forza di apertura.

¾        La spalla deve eseguire un movimento ampio mentre compie uno sforzo crescente.

¾        Gli ampi movimenti delle due braccia rendono difficile la costanza dell’esecuzione.

Un disastro completo!

Apertura mista

Vantaggi:

¾        Meccanicamente simile all’apertura alta per quanto riguarda il muscolo deltoide.

Svantaggi:

¾        Anche in questo caso la spalla è spinta verso l’alto, ancor più che con l’apertura bassa.

¾        Richiede movimenti molto ampi della spalla che esegue la trazione e della spalla all’arco mentre si eseguono sforzi notevoli.

¾        È possibile che ci si possa procurare una lesione fisica.

¾        È molto difficile avere una costanza di esecuzione del lavoro!

 

 

In breve quale è la migliore ???

L’apertura alta, con una posizione a T leggermente al di sopra della spalla, è sicura, meccanicamente efficace e richiede movimenti ridotti, in particolare se si parte da una posizione di pre-trazione per avere il corpo in posizione prima di eseguire l’azione.

 

In considerazione del risparmio delle forze e l’eliminazione delle interferenze con il viso si potrebbe provare a semplificare partendo con la stessa pretrazione, poi il posizionamento del braccio dell’arco con il mirino sul bersaglio ed in conclusione con la trazione sul piano orizzontale gestita dai muscoli dorsali controllando di non alzare troppo il gomito.

Per chiarire il concetto i muscoli della schiena devono usarsi come se si volesse aprire una finestra tenendo le spalle basse e le braccia dritte e distese davanti a se; bisogna sentire le scapole che si chiudono.

Utile la simulazione con un elastico di appropriata durezza di fronte allo specchio per memorizzare sensazioni e posizioni.

La mira

Durante la mira, l’arco è tenuto in equilibrio principalmente da forze statiche. La considerazione più importante per l’azione dinamica è in relazione al controllo dei movimenti involontari, dovuti a tremori dei muscoli o al vento. L’elemento più importante di questo controllo è la risposta rapida ed efficace ai movimenti involontari, che riesce meglio se i muscoli eseguono uno sforzo limitato e sono in leggera tensione, ad es. leggermente contratti.

Come eseguono i tiri i migliori arcieri ?

Molti dei migliori arcieri adottano per l’apertura una posizione a T dal punto di mira o appena sopra, tirano con la spalla all’arco bassa, con un braccio all’arco esteso in modo relativamente completo ed hanno una reazione (un movimento) dell’arco limitata al rilascio.

Come sviluppare un miglior modo di tirare ?

Gli elementi più importanti per lo sviluppo dell’abilità nell’uso del braccio all’arco sono un buon allineamento ed un uso efficace della muscolatura.

Per questo lo sviluppo dell’abilità può essere ottenuto:

¾        Adottando una posizione di pre-trazione a T per semplicità e ripetitività di esecuzione.

¾        Scegliendo una posizione della spalla all’arco ed una posizione di tiro che permetta di avere un buon allineamento, senza interferenza con la corda dell’arco.

¾        Ponendo l’accento sull’importanza della posizione (verticale ed orizzontale) della mano e della spalla all’arco.

Sviluppando una tecnica di trazione costante attraverso la pratica

QUANTO E' IMPORTANTE LA RESPIRAZIONE NEL TIRO CON L'ARCO ? bp 27/11/10

Se chiediamo a molti arcieri...." come respiri mentre  tiri con l'arco ?? " probabilmente molti diranno : ....a , io continuo a respirare durante tutte le fasi di tiro.... beh, respiro poi trattengo il respiro fino a che rilascio la freccia.... mah, non ci ho mai fatto caso...

Questo spiega perchè molti tremano in mira dopo che l'inspirazione ha fatto sollevare cassa toracica e spalle, spiega perchè il mirino si  ferma in una posizione diversa di dove lo avevamo impostato (oltre alla taratura di precarica dei flettenti) e molti cambino continuamente la posizione del cliccher man mano che si stancano.

.......E ALLORA COSA SAREBBE MEGLIO FARE ? ? ? ?

La respirazione durante il tiro.

Arco ricurvo. - Per gli arcieri che tirano con arco ricurvo, si raccomanda di non respirare una volta raggiunta la massima apertura.

Eseguire la respirazione diaframmatica regolare prima di iniziare la sequenza di tiro.

Inspirare sollevando l’arco.

Nel momento in cui si inizia l’apertura, iniziare l’espirazione, ma non forzata: rilassati, lasciare che l’aria esca naturalmente dal naso.

Si espirerà in questo modo, non comandato, circa 2/3 dell’aria inspirata. Dal momento in cui si inizia l’apertura dell’arco al momento del rilascio non dovranno passere più di 5 o 6 secondi.

Eseguire la respirazione diaframmatica e dimenticare la respirazione toracica è importante per molti motivi. Infatti respirare implica più che muovere l’aria nei polmoni.

Con la respirazione toracica, quando l’aria è trattenuta nella parte alta dei polmoni, lo stomaco si muove verso l’alto, spingendo le costole verso l’alto e verso l’esterno, provocando anche un sollevamento delle spalle. Questo ha diversi effetti negativi per chi tira con l’arco. Per prima cosa alza il centro di gravità del corpo, peggiorando l’equilibrio, necessario per poter prendere una buona mira. Quando si vede il riferimento sul mirino muoversi sul bersaglio, questo non è dovuto solo al braccio dell’arco non stabile, ma anche a dei movimenti dell’intero corpo; il braccio cerca solo di compensare questi movimenti.

Con la respirazione diaframmatica, lo stomaco ed il ventre si muovono all’infuori e la parte alta del corpo resta ferma: la gabbia toracica e le spalle non sono interessate dalla respirazione e restano praticamente immobili. Lo stomaco resta basso. Imparando ad irrigidire i muscoli sotto l’ombelico, ed usando la respirazione diaframmatica, si abbassa automaticamente il centro di gravità del corpo, migliorandone l’equilibrio e la stabilità. Questo permette di ridurre i movimenti del corpo durante la mira e migliora la capacità di resistere al vento durante il tiro. Un’altra ragione per cui è bene eseguire la respirazione diaframmatica è perché essa migliora la circolazione sanguinea.

Come Imparare la respirazione diaframmatica? ? ? ? ? ?

Sedersi su una sedia rigida a mezza strada dallo schienale, mantenendosi ben diritti. Sentire più pressione sui muscoli delle gambe che sui glutei: per farlo può essere necessario spostarsi leggermente in avanti, pur mantenendo sempre la schiena ben diritta. Mettere il mento direttamente sopra lo sterno e rilassare la spalle. Immaginare di avere un tubo che va dal naso al ventre. Inspirare, controllando che si muovano solo stomaco e ventre, verso l’esterno. Espirare, sempre dal naso, impiegando un tempo doppio di quello usato per inspirare. Eseguire l’esercizio finché si è sicuri che la gabbia toracica resta sempre immobile.

CON QUANTI OCCHI BISOGNA MIRARE ? bp 27-11-10

Esaminiamo in particolare il problema della visione.

Il cervello riesce ad elaborare le due immagini provenienti dai due occhi in una sola, anzi sfrutta la modesta distanza che separa i due occhi per fornirci una immagine tridimensionale della realtà.

La capacità del cervello di fondere le due immagini in una sola non ci permette di percepire che un occhio è “privilegiato” rispetto all’altro. Ma come per le mani, abbiamo tutti un occhio dominante rispetto all’altro, che può essere il sinistro o il destro, che “comanda” la nostra visione. Quando guardiamo il mondo, abbiamo in effetti un occhio che “guarda” e l’altro che ci aiuta, completando la visione e consentendoci la stereoscopia (ossia la capacità di vedere la profondità dagli oggetti, in 3D insomma)., per particolari professioni o sport (e il tiro con l’arco è uno di questi) la dominanza di un occhio rispetto all’altro è di particolare interesse.

Quando fissiamo un oggetto, solo uno dei due occhi sarà realmente allineato a questo, e sarà proprio l'occhio dominante, mentre l'altro completerà l'immagine.

Quindi chi tira con il mirino molto spesso riesce a mettere a fuoco il mirino e il bersaglio contemporaneamente, e questo gli permette di ottenere risultati migliori, specialmente alle lunghe distanze.

Molti non riescono ad effettuare questa doppia visione; in questo caso le soluzioni sono 2:

  1. O si allena l'occhio con degli occhiali oscurati sull'occhio non dominante (che così resta aperto senza forzature)e gradatamente si toglie la barriera lasciando la lente scura trasparente che in un secondo adattamento verrà tolta lasciando campo e messa a fuoco focalizzato contemporaneamente.
  2. In caso di fallimento del primo tentativo di correzione, tirare sempre con il solo occhio dominante aperto. 

PERCHE' E COME SI USANO LE 3 DITA CHE TENGONO LA CORDA? BP 15-10-10

 

Le cose non sono molto complicate ma bisogna analizzare la struttura dell’arco: affinché la freccia abbia un volo pulito, l’appoggio della mano deve essere a metà dell’arco.

Il rest è quindi più in alto (4-5 cm sopra la metà) e anche l’altezza del punto d’incocco è spostata verso l’alto. La parte superiore della corda è più corta della parte inferiore, il flettente di sopra è più deformato per l’allungo, quindi fornisce più energia di quello di sotto.

Per ristabilire l’equilibrio tra le due forze, si devono combinare due soluzioni:

• tecnicamente: afferrando la corda con un dito in più sotto la freccia, così deformiamo maggiormente il flettente inferiore. Una parte del disequilibrio è così recuperata. Gli archi attuali sono pensati per essere utilizzati in questo modo.

• meccanicamente: precaricando il flettente inferiore in modo che spinga di più di quello superiore, circa il 2%. Questa differenza di spinta è misurabile: è il tiller. Quando l’arco è a riposo, il flettente inferiore, che è più duro, tira verso di sé quello superiore.

La distanza tra la corda e il flettente sarà quindi minore sotto che sopra.

Per superare bene il rest, la freccia deve essere al di sopra dell’angolo retto. Durante il tuning dell’arco, il tiller è aggiustato di conseguenza.

La posizione precisa del punto d’incocco permette di posizionare la freccia in funzione della tecnica e della morfologia individuale (presa dell’arco e della corda, dimensione delle mani, …).

Quindi si utilizzano 3 dita perché la meccanica dell’arco lo richiede.

 

 

 

La linea gialla indica aprossimativamente la traccia e la posizione della corda sulla pateletta, la linea blù troppo in punta e la rossa troppo affondata.

QUANTO E' IMPORTANTE LA POSIZIONE DEL GOMITO DELLA MANO DELLA CORDA? BP 01-10-10

Importanza dell’altezza del gomito della corda

 

L’altezza del gomito influisce sulla facilità di trazione e la qualità del rilascio.

La massima efficienza si ottiene quando si può tracciare una linea retta tra il punto di pressione della mano sull’arco, le dita della corda e il gomito della corda. La maggior parte degli arcieri adotta questa posizione.

Non è che l’allineamento deve essere al millimetro. A partire da questi 3 “punti” c’è del margine per costruire una retta: l’appoggio sull’arco è una zona di qualche centimetro, si usano  3 dita per tenere la corda, dunque una larghezza di 4-8 centimetri, e il gomito della corda ha anch’esso un certo spazio. Dunque l’angolo di questa linea di forza può variare di qualche grado. Ma come regola pratica è perfettamente utilizzabile.

Quindi, per rispondere alla domanda iniziale: il gomito della corda è all’altezza corretta quando è su una linea che passa per l’appoggio della mano sull’arco e le dita della corda. In altre parole: leggermente più in alto della freccia.


COME VOLANO LE FRECCE? Si piegano o restano dritte ? BP 28/2/10

 

Domanda interessante, nel video seguente vedrete la parte iniziale della partenza della freccia.
Questo avviene per quanto riguarda il momento del rilascio, poi in funzione della flessibilità del materiale e l'azione dell'impennatura il volo si stabilizza relativamente all'altezza dei punti nodali dell'asta in corrispondenza della punta e un pò prima dell'alettatura fino all'impatto con il bersaglio.
Tutto questo se avremo regolato a dovere punto d'incocco e bottone ammortizzatore

I nuovi stemmini